sabato 21 novembre 2009

Il medico di famiglia

La figura professionale del medico condotto compare nell’Antica Roma quando Antonino Pio (non quello di Amici di Maria De Filippi) destinò gli archiatri populares alla tutela della salute dei poveri.

Ok, mi avete beccato, questa frase l'ho presa da Wikipedia. Mi serviva per farvi capire la nobile e antica origine della professione in questione.

"Tutelare la salute dei poveri" è un'azione meravigliosa, a parole, suona quasi da premio Nobel per la Pace; ma è davvero ancora questo lo scopo principale del medico di famiglia?

Innanzitutto c'è da precisare che gli studi, con le relative sale da attesa, dei medici di famiglia sono per i vecchietti come il Billionaire o la Baia Imperiale, per i giovani.

L'apertura dei "cancelli" è, solitamente, verso le 3 di pomeriggio. La schiera di vecchietti si fa largo con bastoni, girelli e mazze varie tra i buttafuori (ovvero gli sfortunati abitanti del palazzo, in cui il medico ha lo studio).

Una volta entrati e seduti sulle sedie di amianto del '15-'18, confortevoli come un riccio nelle mutande, inizia la prima attività del pomeriggio: il gioco del "Chi è l'ultimo?". Per fissare un ordine cronologico degli arrivi, impossibilitati a montare un fotofinish degno del Golden Gala, si è costretti a fare questa domanda, non appena si entra in sala d'attesa. E' in questo momento che si crea il panico e vengono intavolate discussioni su tempo e spazio, seguendo le teorie di un uomo dei loro tempi, Albert Einstein. Dopo 3 secondi, la discussione scema e si inizia a parlare dei problemi alla prostata.

Se tu, sfortunato giovane che sei in attesa di farti prescrivere un banale esame del sangue, volessi mai leggerti una rivista, trovata sul posto, beh cambia idea.

Sul tavolino di plastica, rubato al kebabbaro sottostante, sono presenti: 12 copie di "Famiglia Cristiana" di Febbraio 1999, 2 copie di "Chi" con in copertina Madame Curie e la prima copia di Topolino in bianco e nero.

E allora l'unica alternativa, se hai dimenticato a casa l'Ipod, consiste nell'ascoltare i discorsi dei tuoi compagni di attesa.

Tra chi si vanta di avere 4 BypPass, di cui uno nel gomito, a chi sostiene di aver vissuto vent'anni in un polmone d'acciaio per risorgere a nuova vita, come la fenice dalle ceneri, le storie da raccontare sarebbero tante.

Dopo un'ora di attesa arriva il tuo turno? No arriva il dottore, al quale viene lanciata un'occhiata di fuoco dalla sua segretaria, costretta nei casi più preoccupanti a sedare gli anziani più irrequieti con una caramellina di Xanax da 50 mg.

Inizia così il pellegrinaggio verso lo studio del dottore: 5 minuti per arrivarci, 1 di visita, altri 5 per togliersi dal corridoio largo 1 metro,per far passare il prossimo.

Quando entri tu, il dottore quasi si commuove, capisce che sulla Terra esistono ancora forme di vita non del tutto rugose e si tranqullizza. In questo caso i tempi tecnici sono diversi: 1 minuto di visita, 45 minuti di monologo sui suoi problemi personali, 10 minuti di fitta ricerca sul ricettario per trovare cosa prescriverti. Saluti, pacche sulle spalle, stretta di mano e chiudi la porta. Lanci uno sguardo alla sala d'attesa, dormono ormai tutti.



Per concludere direi che ormai il medico di famiglia è una sorta di geriatra o meglio animatore di una ludoteca per anziani, con tutto il rispetto naturalmente.

I vecchietti fanno bene a ritrovarsi in queste oasi naturali per fuggire alla noia quotidiana, nonostante abbiano una salute di ferro, migliore della mia.

E in quanto a te, giovane fruitore del servizio "Tutela la salute dei poveri", se hai qualche parente over 50 che non ha hobby, potresti aver trovato il giusto compromesso: a lui la compagnia e a te la ricetta.

Nessun commento:

Posta un commento